Un articolo di Giovanni Valentini su Repubblica rilancia il dibattito sull’Isola di Budelli, compresa nel Parco della Maddalena. L’isola è sempre stata in proprietà privata, ed è stata da ultimo acquistata da un miliardario neozelandese, Michael Harte. L’Ente Parco chiese di esercitare il diritto di prelazione. Harte ricorse al TAR, che accolse la tesi dell’Ente, e poi al Consiglio di Stato, che invece gli dette ragione.
A giudizio del CdS, l’Ente parco non aveva il potere di esercitare la prelazione, non avendo qualificato Budelli come area espropriabile nel suo piano.
Il punto è proprio questo: per poter essere avocato alla proprietà pubblica, un bene deve essere dichiarato di pubblica utilità. La finalità è la garanzia dei diritti di proprietà: il privato deve sapere prima se il suo bene è espropriabile o meno. La legge istitutiva del Parco, del 1994, imponeva all’Ente di predisporre questo piano, e quindi la dichiarazione di pubblica utilità, entro diciotto mesi dalla sua promulgazione. Ove l’Ente Parco non avesse provveduto, il Ministero dell’ambiente avrebbe dovuto farlo al suo posto.
Nulla è successo. Dopo dieci anni l’Ente Parco ha commissionato la redazione del piano a soggetti esterni, e dopo altri dieci anni la cosa non è compiuta.
Va tenuto comunque presente che Budelli è tutelata da numerosi vincoli del Codice dei Beni culturali e del paesaggio, che comportano la inedificabilità assoluta dell’isola. Unico intervento ammissibile é il recupero nella cubatura attuale dei pochi edifici esistenti.
Questo è quanto il proprietario dell’isola ha dichiarato di voler fare, presentando le sue richieste di autorizzazione. Il proposito dichiarato da Harte è quello di usarli per un centro di studi naturalistici. Per Valentini, ciò potrebbe essere solo l’inizio di uno sfruttamento dell’isola, per come l’esperienza suggerisce. Da qui la necessità di espropriare Budelli.
La domanda è un’altra: espropriare l’isola per farne che cosa? La tutela naturalistica dì Budelli è già assicurata dai vincoli, tant’è vero che sull’isola nessuno ha potuto costruire. Espropriare significa quindi avere un’idea ulteriore per Budelli, e soprattutto la capacità di portarla avanti.
Possiamo riconoscere tale capacità in uno Stato che non ha adottato un piano del Parco per ben ventuno anni? Possiamo chiedere a uno Stato di essere responsabile, quando non è riuscito a richiamare un proprio soggetto, l’Ente parco, alle sue responsabilità?
Prima che espropriare Budelli dovremmo pertanto pensare al commissariamento e alla liquidazione del Parco della Maddalena, cosa per cui non serve nessuna dichiarazione di pubblica utilità.
Ancora sull’Isola di Budelli. Un articolo di Giovanni Valentini su Repubblica.
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